Trump il cattivo - di Claudio Risé - da "La verità", 5 marzo 2025

Orrore Orrore! Il Padre Cattivo ha maltrattato il povero angelo/martire dicendogli che non ha niente da chiedere, e ingiungendogli di smetterla di fare disastri sulla pelle degli altri, e andarsene. Facendo così sobbalzare la stampa perbene, che si è tremendamente spaventata e indignata: ecco il ritorno del Padre negativo, il passato, le superstizioni, le imminenti persecuzioni per il povero wokismo, per non parlar del gender, e via delirando.
Sperare che la guerra finisca in fretta, forse, era un po’ esagerato. Se finisce bene, al massimo per ora si riesce a liberarci di Zelenski, con il suo seguito di morti e distruzioni che gli studiosi e le diplomazie più oneste e assennate avevano previsto fin dall’inizio, da quando l’uomo saltò agilmente dal palcoscenico del teatro a quello della Storia, dove ci sono uomini e donne, soldati e non caratteristi, e le distruzioni e le morti sono vere. Se le cominci, chiuderle non è di solito semplice. L’ultimo Foreign Affairs ricorda a Trump che Nixon ci mise tre anni per chiudere la guerra del Vietnam. Comunque l’incontro Trump-Zelensky, se verrà sviluppato con lucidità e competenza anziché retoriche lamentose, potrebbe aver chiuso un pessimo pezzo di storia: i cinquant’anni successivi alla caduta dell’URSS, con le sue balorde manie di grandezza (sparse dovunque) e conseguenti mal di pancia (è difficile fare la storia con le chiacchere e le trame).Tutto è oggi incastrato su una guerra persa, impossibile da continuare se non trovando nuovi presidenti attoriali e recitativi tipo Zelensky. Forse a Macron piacerebbe, ma pare difficile che la Francia lo segua.
Comunque l’uscita di Zelensky, smascherata realisticamente e sinteticamente da Trump con il suo: “lei non ha le carte, se ne vada”, tra lo spavento dei teneri megacronisti, ha probabilmente messo in crisi la fase successiva alle grandi narrazioni del secondo dopoguerra: la ricostruzione, la guerra fredda, la globalizzazione e infine (l’altro ieri) il lancio dell’Ucraina come nuova speranza europea e difensore dell’Europa nei confronti delle mire della Russia e della sua smania di invaderla.
Una fantasia quella dove la Russia, il paese più grande del mondo, con una cultura millenaria e una visione della vita e del mondo non spappolata, e un’economia con molte risorse, sulla terra e sotto, non veda l’ora di invadere l’Europa, non fa pensare bene della salute mentale dei dirigenti Europei e americani preTrump. Russia e Ucraina sono strettamente legate da più di un millennio appunto nella Russia, e l’Ucraina indipendente ha solo qualche decennio, e anche quello fortemente voluto da burocrazie esterne. La lingua è mischiata ed è difficile trovare una famiglia ucraina senza qualche parente russo. Nei libri di storia il nome Ucraina è comparso solo nell’ultimo quarantennio: un po’ poco perché l’intera Europa si sbudelli per lei. Meglio che la Baronessa Presidente trasferisca i suoi/loro in una bella partita di carte con gli amici/che, e si accontenti.
Come ricorda la prof. Emmanuelle Armandon, (fra i maggiori esperti del campo. Geopolitique de l’Ukraine. Presses Universitaire de France) : “A partire dal 1654 la gran parte della riva sinistra del Dniepr, compreso Kiev, è stata strettamente legata alla Russia. Le regioni dell’attuale Ucraina meridionale a nord del mar nero sono state integrate alla Russia a partire dalla fine del XVIII sotto il nome di Nuova Russia. La Crimea era russa fin dal 1783. E’per queste ragioni elementari che la gran parte degli abitanti di queste regioni si sentono a casa loro e non hanno mai pensato di lasciare la Crimea per andare in Russia”. L’antagonismo tra Russia e Ucraina è dunque una costruzione immaginaria di forze politiche, economiche, spionistiche diverse, complessivamente ignoranti e frettolose, che vanno da parti della burocrazia UE, al partito democratico americano e i suoi rapporti con l’industria degli armamenti, alla smarrita sinistra europea, alla galassia Soros dai mille volti, alla solita LGBT sempre presente dove sta marcendo qualcosa. Zelensky è il rappresentante di questa galassia arcobaleno.
Si tratta di una formazione composita, che sarebbe multiculturale se non fosse per il momento multi ignorante. Oggi é ancora forte nella burocrazia UE – e tuttavia ormai piuttosto indebolita in molti paesi europei; e non è riuscita ad affermarsi completamente da nessun’altra parte dove è ormai riconosciuta come portatrice di sventure, ideologie e programmi fortemente distruttivi, da ogni punto di vista. La Russia con la sua stabile e profonda attenzione alla cultura vera e non solo show e una visione complessivamente religiosa della vita, non ha né le forze né l’interesse di invadere l’Europa. Poi, certo, l’Europa dovrà rimettersi in piedi. Ma per questo basta ritrovare serietà e realismo e buttar fuori i buffoni. Al più presto.