Introduzione

La sapienza degli antichi alchimisti riteneva che, per la fabbricazione del Lapis Philosophorum, l’aurea Pietra della Grande Opera, fosse indispensabile «estrarre dal sole la sua ombra». Secondo la lettura junghiana dell’alchimia ciò significa che per ottenere l’esito finale del processo della trasformazione psichica, retta dagli stessi principi di quella alchemica, occorre operare su ciò che si presenta e appare come il negativo, il pesante, la materia non ancora elaborata dalla luce della coscienza. Nell’anima dell’uomo occorre dunque attraversare ciò che appare come oscuro, e che la psicologia chiama appunto Ombra, per giungere a quella congiunzione di opposti o complexio oppositorum che tutte le tradizioni mitico-religiose identificano con la presenza del divino. Infatti il divino, la totalità psichica, il Sé o la Pietra Filosofale, come sono stati chiamati di volta in volta nella scienza delle religioni, nella psicologia analitica o nell’alchimia, rappresentano una sola e identica unità. Un’unità dove bene e male, luce e tenebra non sono separabili tra loro secondo la visione della ragione comune che divide e collega.
Ma sono piuttosto le diverse sfaccettature di una sola realtà di cui l’uomo, al pari della natura e del cosmo, è parte integrante. Senza la perfetta integrazione di bene e male, luce e tenebra, in sé stesso e nel mondo, l’uomo non è in grado di conoscere né sé stesso né il mondo. Può solo fruire di una visione limitata: quella che gli viene fornita da dogmi, ideologie, preconcetti culturali, assiomi dello spirito o della ragione. Rimane comunque sempre in un ‘limbo’ dove, non conoscendo la forza di ciò che gli appare come negativo, non può neppure sviluppare la potenza del positivo. E, viceversa, aderendo a ciò che identifica come positivo, gli è ignoto sia il potere di ciò che qualifica come negativo, sia la sua tendenza a erompere dalle profondità dell’inconscio in cui è stato ricacciato per rioccupare, per solito con violenza (almeno in una prima fase), il campo della coscienza. Così appare la dinamica della relazione tra la coscienza e l’Ombra nella psicologia individuale. E in quella collettiva? L’opinione degli autori è che ogni società riproduca le stesse dinamiche psicologiche che si possono osservare a livello personale.