Una sezione della bibliografia

1- A. Giddens Modernity and Self-Identity, Polity Press, 1991.

2- In traduzione italiana Robert Bly Come diventare uomini, Mondadori. Vedi anche, dello stesso autore, Il piccolo libro dell’Ombra, red edizioni, Como, 1996.

3- Su questo aspetto, vedi la relazione su L’aspetto educativo del coito, di Demetres Tryphonoopoulos al convegno internazionale Ezra Pound educatore, Terziaria editore, Milano, 1997. Vedi anche C. Risé Il dono maschile, relazione al convegno Radici nel futuro. Il dono e la festa: il tempo non utilitario, a cura della Regione Lombardia, Milano, Palazzo Isimbardi, 13-12-1997.

4- Il valore sociale del dono è stato anch’esso rimosso dai superficiali studi economici nella modernità capitalista o marxista, e riproposto dall’antropologia, con Mauss e la variegata scuola che a lui si richiama.

5- Il dono è espressione di libertà, orientata dal desiderio: desidero dare qualcosa a qualcuno, perché a questo tende la mia libido (intesa, junghianamente, come energia complessiva non solo sessuale), perché posseggo, secondo il lessico psicologico, ‘oggetti’ d’amore (ma sarebbe più appropriato dire che faccio l’esperienza di ‘direzioni d’amore’: ‘l’oggetto’ è opaco, assomiglia al prodotto, è ancora un residuo della modernità).

6- Le due forze egemoni nella modernità occidentale, liberismo e marxismo, sostengono entrambe che la dimensione dell’interesse sia la molla che muove gli uomini e la storia.

7- Ma non tutti sono d’accordo. Fra gli stessi liberali, John Stuart Mill, che sembra, per famiglia e tradizione, destinato a incarnare il pensiero liberista, giudica l’uomo economico un «uomo fittizio». Gli economisti, ritiene, devono sapere che la loro scienza, con tutte le sue pretese empiriche, è in realtà «astratta», e l’uomo «reale» è un’entità molto più complessa di quella categoria ‘dell’interesse’ in cui cercano di stringerlo  utilitaristi prima, e liberisti poi. Tuttavia, la linea del «personale interesse», come si esprimeva Adam Smith, ha prevalso e ha ispirato le strutture e i comportamenti della società fino alla tarda modernità.

8- A. Gehlen Le origini dell’uomo e la tarda cultura, Il Saggiatore, Milano, 1994.

9- T. Mann Considerazioni di un impolitico

10- J. Evola Metafisica del sesso, Ed. Mediterranee, Roma; A. Danielou Shiva et Dyonisos, Fayard, 1979.

11- M. Foucault La volontà di sapere, Feltrinelli, Milano, 1978.

12- E. Hobsbawm Age of extremes, Abacus, 1995.

13- Sull’accentuazione delle diseguaglianze e gli aspetti segregativi della tarda modernità, vedi per esempio M. Tehranian Pancapitalism and Migration in Historical Perspective, in ‘International Political Science Review’, luglio 1998.

14- All’equivalenza maschile= patologia della violenza ha ampiamente contribuito un certo tipo di letteratura postfemminista, infantilmente estremista e unilaterale, ma che ha trovato grande appoggio nei media ed in istituzioni scientifiche, soprattutto anglosassoni. Per esempio R. Morgan The demon lover. On the sexuality of terrorism, Norton & Co., 1990.

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