Cannabis. Non dormiamoci su di Maria Elena Viola, da "Tu", 30 maggio 2007

Il caso del ragazzo morto in classe nel milanese ha richiamato l’attenzione sulla nuova cannabis potenziata. Che, racconta un’insegnante, circola in molte scuole.

Forse è stato uno spinello potenziato a uccidere, due settimane fa, un ragazzo di un istituto tecnico del milanese: si è accasciato sul banco poco dopo aver fumato. Si sospetta che abbia inalato una sostanza tossica aggiunta alla marijuana, che il suo organismo non ha tollerato. Anche se continuano a chiamarla “droga leggera” la nuova cannabis fa paura, perché sempre più spesso si trova in versione adulterata, più forte e nociva per la salute. «La soglia d’allarme nelle scuole è molto alta» avverte Marina, insegnante di lettere in un liceo vicino a Bologna. «I ragazzi fumano canne come fossero sigarette e spesso si trovano per le mani quelle “truccate” senza saperlo».

Perché oggi fa paura

Si chiama skunk, dall’inglese “puzzola”, la supercannabis con effetti simili all’ecstasy e all’LSD. Viene importata dall’Olanda e dalla Svizzera e il suo principio attivo, il tetraidrcannabinolo (THC), mediante l’uso di fitofarmaci e particolari tecniche di selezione e coltivazione dei semi, 10 volte più forte. Negli anni ‘60 una concentrazione di THC tra l’1 e il 6% era gia ritenuta alta per i suoi effetti sul cervello (difficoltà cognitive e motorie, ansia, depressione), oggi si arriva anche al 35%. Una bomba. «Purtroppo nessuno solleva il problema finché non succede qualcosa di tragico» dice Marina. «Ma la tragedia noi la sfioriamo tutti i giorni. Penso a Giulia, una mia ex alunna. Al ginnasio era bravissima, poi ha cominciato a prendere brutti voti. Mi hanno detto che aveva preso l’abitudine di fumare hashish in bagno, “scroccandolo” ai compagni. Poi ha conosciuto un ragazzo più grande che andava spesso a “rollare” in cortile. Un giorno ha avuto un collasso ed è svenuta battendo la testa. Abbiamo chiamato l’ambulanza perché non riuscivamo a rianimarla. Lo spavento è stato grande, per noi e per lei, che da quel giorno non ha fumato più. Abbiamo saputo in seguito che quel suo compagno ogni tanto spacciava a scuola e le aveva fatto provare lo skunk».

Manca l’informazione

«Mentre in Francia e Spagna distribuiscono nelle scuole opuscoli informativi sui rischi di hashish & co., da noi ci si affida all’iniziativa del singolo» spiega Marina. «Ci sono istituti sensibili al problema, altri che lo ignorano. La disinformazione è pericolosa. Per esempio, perché nessuno dice che guidare dopo aver fumato è rischioso? Un giorno, andando a scuola in scooter, ho incontrato Lucio, un mio allievo, in motorino. Era davanti a me. A un certo punto si è tolto il casco e l’ha lanciato dietro di sé. Per schivarlo ho rischiato di schiantarmi contro un’auto, che ha frenato di colpo causando un tamponamento a catena. Sapete cosa mi ha detto Lucio quando l’ho affrontato in classe? “Dai prof, non se la prenda, mi ero fatto una canna e volevo fare una cosa divertente”».

NON DORMIAMOCI SU

A lanciare l’allarme contro lo spinello, oggi più forte che in passato, è Claudio Risè nel suo ultimo libro “Cannabis. Come perdere la testa e a volte la vita” (San Paolo, E 12,50). Dal 2001 a oggi i consumatori sono passati dal 6% al 12% e il maggior incremento si è registrato tra le ragazze (dall’8,7% al 18%). Ma mentre altri Paesi fanno campagne di sensibilizzazione (nella foto sotto, quella francese sui rischi quando si guida) in Italia si sottovaluta il problema.